Ronald McDonald Family Room Milano

La cosa peggiore per chi lotta per la salute? Sentirsi soli. E la cosa più bella? L’ha scoperta Emilia, mamma di Matei.

Difficile essere papà quando al figlio 16enne arriva una diagnosi, che ti pone degli interrogativi.

Stesso luogo, stesso istante, stesse persone, ma stati d’animo opposti, entrambi giustificati. Quel giorno al pronto soccorso di Ancona.

Sorpresa e stupore illuminavano gli occhi di Roberto, quel giorno all’uscita dall’ospedale. Cosa c’era ad attenderlo dopo il trapianto?

4 interventi in pochi mesi, dentro e fuori dall’ospedale, vite stravolte nella famiglia di Alice, ma un giorno una porta si apre...

Cosa accade in un piccolo borgo, se due genitori hanno una figlia in difficoltà? Lo hanno scoperto Sara e Alfredo, con la piccola Lucia.

Eleonora, 5 anni, segnati da terapie e controlli. Ma i genitori riescono a trovare un “qualcosa” che dà loro la forza per proseguire la battaglia. Un po’ per caso.

La salute di sua figlia sembrava abbandonata a se stessa, ma quel giorno in ospedale c’era una visita, e non era la visita di un medico.

È l’ultimo dell’anno e mamma Deborah si ferma a fare un bilancio del 2017, con un augurio: che non si ripeta nel 2018.

Ciaooo! Sono Luis Fernando, ho nove anni e vengo dal Venezuela. Casa Ronald è la mia...

Storia di Consuelo, neomamma di Rachele

Storia di Adelina, mamma di Agostino e Rita

Storia di Mildred, mamma di Samuel

Storia di Elsaid, papà di Ahmed

Storia di Atidzhe, mamma di Volkan e Koray

Storia di Olga e del piccolo Svjatoslav, ospiti a Casa Ronald Palidoro

Storia di Nerea, ospite a Casa Ronald Bellosguardo

Storia di Roberta, mamma di Nicolò e ospite a Casa Ronald Bellosguardo

Storia di Vito, papà di Leonardo e ospite a Casa Ronald Bellosguardo

La storia di Chiara, mamma di Sofia e Viola, ospiti di Casa Ronald Firenze.

Storia di Irene, mamma di Casa Ronald

Storia di Claudia, mamma di Casa Ronald Brescia

Guerrieri si nasce L’abbiamo aspettato per 6 anni, poi, finalmente, Juan Diego è arrivato.

Abbiamo scoperto della malattia di Leo quando aveva solo 3 anni e mezzo. Sono il tipo di notizie che non vorresti mai sentire e che ti stravolgono in un attimo.

Lettera di Filippo, padre di Eva e ospite di Casa Ronald Bellosguardo

Erano le feste di Natale del 2014, Alice era già un paio di mesi che non stava bene, era molto pallida.

Mamma Suporna, papà Luca e la bimba Sofia vengono dal Lazio, Giacomo, Fabiola ed il piccolo Filippo dalla Toscana.

Quando il figlio viene ricoverato, Marco vede davanti a sé solo un tunnel asettico, lungo. Poi varca una soglia e trova il calore della Family Room. Ora sa che insieme e vicini si è più forti. Anche più di prima.

Casa Ronald è come una grande famiglia seduta attorno alla tavola della domenica.

I nostri viaggi sono lunghi, prendiamo la nave e poi la macchina oppure a volte facciamo tutto il tragitto in macchina.

Abbiamo scoperto la malattia del nostro bimbo più piccolo Francesco, quando aveva un anno, per caso. Da lì è stato tutto molto veloce.

Questa è la storia di Elena. Moglie di un diplomatico portoghese sempre in viaggio che vive in Argentina insieme alle sue splendide gemelle.

Il 21 dicembre abbiamo aperte le porte della prima Family Room nella città di Milano. L’emozione della prima famiglia accolta difficilmente la dimenticherò.

Qui abbiamo trovato l’equilibrio, la forza e i sorrisi per gestire una situazione difficile subito dopo la nascita di nostro figlio.

Se Casa Ronald non ci fosse bisognerebbe inventarla! Non è un semplice alloggio, ma molto di più di quanto si possa immaginare o descrivere a parole.

Per noi Casa Ronald è ospitalità, famiglia… Ci arriva tutto quello che volete trasmettere e ci fate sentire a casa!

Dopo due anni, posso affermare che Casa Ronald è parte della mia vita, a tal punto che quando sono in vacanza ne sento la forte mancanza… Questa è la motivazione che ancora oggi mi spinge ad andare avanti nel mio percorso come volontaria.

Se dovessi dire con una sola parola quello che è per me Casa Ronald, sicuramente quella parola sarebbe famiglia.

Dopo tutti questi anni trascorsi qui in Casa Ronald, sono tanti i ricordi che portiamo con noi: ricordiamo tutte le famiglie che abbiamo incontrato, con le quali spesso abbiamo chiacchierato a cena, condiviso il..

Appena torneremo a casa, la prima cosa che farò sarò tatuarmi il simbolo di Geppetto che c’è sulla porta della nostra stanza qui in Casa Ronald: questo posto ormai è diventato parte di me!

Non credevo che al mondo esistessero ancora realtà e persone disposte a fare del bene incondizionatamente, ma a casa Ronald le ho conosciute e sono grata di averle incontrate.

Qui abbiamo trovato una grande famiglia capace di far sentire i pazienti e i genitori a casa, e questo per noi è fondamentale.

Penso davvero che questa struttura sia chiamata “Casa” proprio perché ti fa vivere quella realtà che hai a casa.

Continua la collaborazione con Cooperativa Taxi 4390 per donare alle famiglie di Casa Ronald Firenze corse gratuite nei loro spostamenti.

Quello che più di tutto porterò nel cuore saranno le amicizie che si sono create qui in casa: qui capita di confidarti, confrontarti e sfogarti con le altre famiglie.

Ho visto tante mamme con una forza incredibile, e ho capito che anche io dovevo tirare fuori quella forza, sia per me, ma soprattutto per Samuele

A Casa Ronald ho incontrato persone con un cuore grande pronte ad aiutarmi e ascoltarmi in qualsiasi momento! Il loro sorriso spesso è l’abbraccio di cui ho bisogno per dimenticare almeno per qualche istante i problemi...

Qui sai che qualsiasi cosa accada c’è sempre qualcuno con cui parlare o a cui raccontare come stanno andando le cose. È come tornare a casa propria, la sera, dopo una giornata pesante, una casa con dentro delle persone che tengono a te!

Casa Ronald per me è solidarietà! Qui ho trovato un aiuto concreto, un posto in cui tornare dopo giornate pesanti e ricevere sempre un sorriso accompagnato dal “come va?”.