Notizie dalle case
17/09/2019
Un giorno come pochi
“Storia di Sonia (nella foto a destra), direttrice del ristorante McDonald’s di Busto Arsizio (VA) in visita a Casa Ronald Roma Palidoro”
Il primo incontro
Il 22 giugno ho avuto la possibilità di visitare Casa Ronald di Roma Palidoro e ho incontrato delle persone assolutamente straordinarie. Una mamma ci ha chiesto chi eravamo e poi, quasi scusandosi, ha detto: «Scusate se ve l'ho chiesto ma siete entrati in casa mia». Sì, casa sua, perché è così che si sente in Casa Ronald. Lei, insieme alla sua piccola e a tante altre mamme e papà, si trovano lì per stare vicino ai propri bimbi che hanno bisogno di cure spesso per lunghi periodi.
Vivere insieme
Ci ha raccontato con talmente tanto entusiasmo e gioia e forza la sua storia e di come vive nella casa. Di come lì siano tutti una grande famiglia che si aiuta e si sorregge nei momenti più difficili e che gioisce a ogni piccolo miglioramento dei loro bambini. Ci ha parlato della quotidianità, fatta di normalità e serenità in situazioni che assolutamente non sono né normali né serene ma che lo diventano grazie a tanti angeli che giorno dopo giorno li assistono restandogli vicino.
Veri angeli
Parlo dello staff di Casa Ronald e dei volontari, persone uniche e fantastiche che riescono con un sorriso e una carezza a farli sentire parte di qualcosa di grande. Ogni ospite non potrebbe mai sentirsi solo, perché può sempre contare sul loro appoggio e sul loro conforto. Sono persone veramente eccezionali che si fanno carico di tante sofferenze. Affrontano ogni giorno situazioni delicate e complicate che sono devastanti psicologicamente, che lasciano segni indelebili nell'anima e nel cuore. Ma loro continuano, in silenzio, a stare vicino a tutte queste famiglie. Fondazione Ronald McDonald offre quel famoso “gancio in mezzo al cielo” a cui aggrapparsi e che grazie al quale è possibile affrontare con un po' più di serenità la malattia del proprio bimbo.
Una nuova forza
Io sono mamma e vi posso assicurare che ho fatto non poca fatica a trattenere le lacrime. E quelle che sono uscite non erano lacrime di tristezza o di compatimento, ma il frutto dell'enorme senso di forza e serenità che ho provato in quel momento. Sono uscita dalla Casa con una ritrovata fiducia nel prossimo, perché se esistono queste strutture è grazie a persone con l'anima forte e gentile come la loro che ti aiutano senza chiedere nulla in cambio. Io da oggi mi sento ambvasciatrice della missione della Fondazione Ronald McDonald e auguro a ognuno di voi, un giorno, di poter provare le grandi emozioni che ho avuto l’onore di vivere.
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